2021
Emanuele Giannelli
Duomo
Pietrasanta
Location
Pietrasanta
2021
Emanuele Giannelli
Duomo
Pietrasanta
Location
Pietrasanta
Opere
Artista
Emanuele Giannelli
MR ARBITRIUM – Testo Emanuele Giannelli
Vorrei portare alla sua attenzione il mio nuovo progetto scultoreo, una scultura di circa 6 metri da “appoggiare” alla facciata esterna di una chiesa o di un palazzo storico, raffigurante una figura maschile che spinge o sorregge l’architettura stessa.
La scultura è pensata con tutta la muscolatura in tensione, intenta a sorreggere la struttura o a spingerla via in maniera decisa: giocare su tale ambivalenza è l’intento del mio lavoro e nel duplice significato di questa azione si cela il concetto che sta alla base della mia opera.
In un momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati come quello che stiamo attraversando, a mio avviso esiste realmente questo dilemma, che inevitabilmente ci chiede di scegliere: spazzare via la Chiesa o l’edificio storico, simbolo delle Istituzioni, di storia, di cultura e tradizione passata o invece sostenere e difendere la Chiesa, la nostra storia millenaria, i simboli della cultura dell’Occidente?
Credo che non solo nei prossimi decenni, ma già oggi dovremmo aver chiaro il percorso che vogliamo intraprendere, la scelta che intendiamo fare. Il futuro a mio avviso è già molto vicino: la scienza ogni giorno ormai da tempo ci parla di robotica, neurotecnologie, cellule staminali, clonazione, società digitali controllate ecc. D’altra parte, da sempre l’uomo condivide incertezze, paure, entusiasmi e progressi. Come si interfaccerà rispetto a tali sfide?
Ognuno di noi sarà chiamato a decidere quale dei due diversi sentieri – “spingere” o” sostenere” – intraprendere. Nel dubbio su quale direzione, filosofica e culturale, prendere, ognuno di noi metterà in campo il proprio “io”, agendo secondo le proprie capacità e la propria coscienza. È qui che nasce l’idea che il soggetto protagonista non sia più la scultura, ma noi stessi, l’umanità tutta. Tanti “io” portati a prendere quelle decisioni, tante interpretazioni simili o distanti tra loro, nella speranza di evitare fraintendimenti, malintesi o errori di valutazione.
Il futuro e l’uomo passeranno da qui, almeno nella mia visione.
Emanuele Giannelli
MR ARBITRIUM – Testo Critico Enrico Mattei
La mia curiosità riguardo alla ricerca scultorea di Emanuele Giannelli è sempre stata indirizzata sulle situazioni inusuali delle sue opere, una sorta di esercito seriale e inespressivo che si muove attraverso un’inquietudine di fondo, una costante presenza della figura umana che non rappresenta una sua centralità nel mondo ma addirittura un suo spaesamento. Un’individualità che non ha più ragione d’esistere e che genera, in un mondo in cui il sovvertimento temporale diventa anche sovvertimento spaziale, una situazione di completo sconvolgimento dove prendono forma le figure dell’artista. Una tipologia di umanità con occhiali da saldatore che si muove all’interno di una realtà a più dimensioni in cui si orienta guidata da una nuova sensorialità; elementi che, fino ad oggi, rappresentano una costante nel lavoro dello scultore.
L’artista multimediale Patrick Mimran scrisse che “l’arte è oggi dove non ti aspetti di trovarla” e sicuramente il progetto presentato da Emanuele Giannelli per il Duomo di Pietrasanta ben si addice a questa affermazione. È abbastanza inusuale imbattersi in una scultura di un gigante di circa sei metri appoggiato sul fianco di una chiesa ma la vera stranezza, oltre al fatto di chiederci perché sia proprio in quel luogo, risiede nell’azione che questa figura maschile sta compiendo: quale intento avrà? Sta cercando di spingere o di sorreggere la chiesa?
L’ambivalenza visiva è proprio lo scopo di questa operazione e il concetto che sta alla base della scultura: ci viene data la possibilità di scelta e di decidere per quale interpretazione optare, quella di andare oltre alla nostra storia oppure di sostenerla e conservarla. Il libero arbitrio è la condizione di pensiero in virtù della quale ogni individuo può determinare in assoluta autonomia la finalità delle proprie azioni. Nessuna forza esterna che entra in gioco, nessuna entità superiore che regge le fila del destino. Ogni aspetto dell’agire e del pensare di un uomo si riduce a un atto di volontà, proprio come vorrebbe Giannelli di fronte al suo Mr. Arbitrium, questo perché siamo soliti prendere delle decisioni personali e non rimanere in quel limbo dell’Antinferno dove Dante Alighieri collocò la categoria di uomini che più disprezzava: gli Ignavi, ovvero coloro i quali pur avendo la libertà e la facoltà di scegliere come agire, rinunciano ad essa per paura o pigrizia o debolezza, e lasciano che altri scelgano al posto loro. Si tratta di uomini e donne che durante la vita non hanno mai agito né nel Bene e né nel Male, ma si sono limitati a seguire la massa, senza prendere posizione, rimanendo neutrali. La condanna che il poeta stabilisce per loro è esemplare, poiché non sono stati abbastanza cattivi da meritare le pene dell’Inferno, ma neppure abbastanza buoni da poter ascendere in Paradiso. Virgilio, accompagnando Dante lontano da quelle tristi figure, lo esorta:
“Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidiosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.