Descrizione Progetto

Profilo artista

Massimo
Giannoni

Nasce ad Empoli nel 1954.
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Profilo artista

Massimo
Giannoni

Nasce ad Empoli nel 1954.

Opere

Nasce nel 1954 ad Empoli. Vive e lavora a Firenze.
Vincitore del Premio Lubiam (Mantova) nel 1979 assegnato al miglior studente delle Accademia di Belle Arti d’Italia. Nei primi anni ’90 vive tra l’Australia e gli Stati Uniti, per ristabilirsi in Italia verso la metà degli anni ’90, quando inizia la serie delle librerie e delle borse d’affari.

Tra le mostre personali e collettive si segnalano: 2005, Fuori tema/Italian feeling, a cura di Marco Tonelli, XIV Quadriennale di Roma, Palazzo Delle Esposizioni, Roma; 1968-2007 Arte Italiana, a cura di Vittorio Sgarbi, Palazzo Reale, Milano, 2007. Nel 2011 è uno tra i 10 Artisti Selezionati dalla Fondazione Roma, per la 54′ Esposizione Internazionale D’arte Biennale Di Venezia, Padiglione Italia e nello stesso anno partecipa al festival della letteratura Mantova , con la mostra “l’Aleph”, presso il Palazzo della Ragione. Nel 2013, partecipa alla mostra “Mimesis variazioni sul libro”, a cura dì Sergio Risaliti, presso la Biblioteca degli Uffizi Firenze; e sempre nello stesso anno, realizza la mostra personale “Durata dell’immagine” a cura di Flaminio Gualdoni presso Palazzo Giureconsulti, a Milano. Nel 2015 partecipa alla collettiva “Linee di confine” a cura di Marco di Capua presso il Museo Biliotti di Roma e nel 2016 espone museo ebraico Bologna l’olio su tela Muro del Pianto, studio preliminare per lo svolgimento di un Trittico di grandi dimensioni (cm 200×600), realizzato in occasione del¬la mostra personale Four Triptychs – curata da Marco Tonelli – al Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 2012.

La pittura di Giannoni si concentra sugli ambienti e non sulla figura umana, sapendo parlarci però allo stesso tempo dell’uomo e del tempo che passa inesorabile. “Gli oggetti rimangono, gli esseri viventi no”: è proprio questo quello che l’autore sembra comunicarci, attraverso grandi tele a olio che rappresentano biblioteche o interni di palazzi storici.

Il tema della biblioteca è molto importante: attraverso il libro infatti la tematica del tempo che scorre e del presente che fugge si fa ancora più forte, essendo i libri il simbolo della storia che si estingue. Questi volumi sono centinaia, migliaia, tutti ammucchiati sugli scaffali. Nessuno li sfoglia, l’uomo se ne è andato, mentre loro sono rimasti a richiamare un’epoca scomparsa.

La tecnica dell’artista accentua ancora maggiormente la tematica, facendo uso di uno stile sfumato e composto da una tavolozza di cromie ocra, ovattate, sbiadite, che ci catapultano intensamente dentro questa atmosfera, la quale sta in bilico tra la realtà e la visione.

Prendiamo per fare un esempio il dipinto che rappresenta la Biblioteca Teresiana di Mantova, dove troviamo in primo piano due grandi mappamondi, poi in secondo una scrivania. Il tutto è circondato dalle librerie piene di volumi. In questo caso il colore è sulla tendenza rossa, con deviazioni sul viola e la tecnica è ancora meno netta che in altri dipinti. Sembra quasi un’istantanea ritrovata nascosta chissà dove dopo anni e anni, e che è tornata tra noi senza avere potuto resistere alle incurie del tempo. Un lampadario illumina la sala, ma anch’esso è sbiadito, come a volerci ricordare un’epoca fastosa, una lussuosa stanza in passato popolata di uomini e donne che adesso non ci sono più, proprio perché l’oggetto resiste, l’essere vivente no: è questa la lezione di Massimo Giannoni.